Poche parole e molte foto per questa visita a San Gemini, nei pressi di Terni, il borgo dell'acqua.
Chiesa di San Giovanni, costruita su un antico tempio a base ottagonale
Caratteristica osteria al torchio
Il Duomo di San Gemine
Piazza San Francesco
Chiesa di San Francesco
Palazzo del comune
Chiesa di Santa Maria de Incertis
Alessandro Rugolo
Rubrica dell'Accademia dei Tuttologi
Grazie a questo spazio virtuale condividerò con voi i luoghi da me visitati...
Qualche foto, spesso modificata al computer, guiderà chi avrà la costanza di scorrere queste poche pagine...
Qualche foto, spesso modificata al computer, guiderà chi avrà la costanza di scorrere queste poche pagine...
Buon viaggio... assieme a me!
mercoledì 17 agosto 2016
domenica 14 agosto 2016
Cascate delle Marmore
Lasciamo la parola alle foto...

per commentare un luogo fantastico come le cascate delle Marmore
tra querce, lecci e un ricco sottobosco
rinfrescati dagli spruzzi d'acqua onnipresenti
e incantati da splendidi paesaggi...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
domenica 7 agosto 2016
Visita a Subiaco, abbazia di San Benedetto e Sacro Speco
Il posto è stupendo e non troppo lontano da Roma.
Subiaco si trova nella valle dell'Aniene.
Ci dirigiamo all'abbazia di San Benedetto; poco prima sulla strada si possono visitare le rovine di una villa di Nerone e l'abbazia di Santa Scolastica.
Arriviamo all'abbazia di San Benedetto e attendiamo l'orario di apertura godendoci il panorama.
L'abbazia è stupenda, sembra aggrappata alla parete rocciosa.
L'abbazia è splendida!
I colori degli affreschi sono vividi, le immagini forti.
Immagini di morte sempre presenti.
Stupendi gli affreschi dei quattro evangelisti e degli angeli.
Il sacro speco è stato abitato da San Benedetto tra il 497 e il 500 d.C. Nel periodo che vi restò compì diversi miracoli, poi, per evitare problemi (tentarono di avvelenarlo diverse volte) andò via.
Anni dopo, intorno al 1200, ospitò un'altra figura molto particolare, Lorenzo, detto il Loricato. Lorenzo era pugliese, in gioventù uccise per errore una persona e decise di isolarsi dal mondo per espiare la sua colpa.
Nel 1209 arrivò a Subiaco e vi restò.
Morì nel 1243 circa, e si racconta che fece molti miracoli.
Comunque sia andata, il posto val veramente la pena di essere visitato.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Subiaco si trova nella valle dell'Aniene.
Ci dirigiamo all'abbazia di San Benedetto; poco prima sulla strada si possono visitare le rovine di una villa di Nerone e l'abbazia di Santa Scolastica.
Arriviamo all'abbazia di San Benedetto e attendiamo l'orario di apertura godendoci il panorama.
L'abbazia è stupenda, sembra aggrappata alla parete rocciosa.
L'abbazia è splendida!
I colori degli affreschi sono vividi, le immagini forti.
Immagini di morte sempre presenti.
Stupendi gli affreschi dei quattro evangelisti e degli angeli.
Il sacro speco è stato abitato da San Benedetto tra il 497 e il 500 d.C. Nel periodo che vi restò compì diversi miracoli, poi, per evitare problemi (tentarono di avvelenarlo diverse volte) andò via.
Anni dopo, intorno al 1200, ospitò un'altra figura molto particolare, Lorenzo, detto il Loricato. Lorenzo era pugliese, in gioventù uccise per errore una persona e decise di isolarsi dal mondo per espiare la sua colpa.
Nel 1209 arrivò a Subiaco e vi restò.
Morì nel 1243 circa, e si racconta che fece molti miracoli.
Comunque sia andata, il posto val veramente la pena di essere visitato.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
domenica 27 marzo 2016
Visita a Rapallo
Siamo a Rapallo, piccola cittadina della Liguria.
Piccola, ma non per questo meno affascinante...
Nel golfo si staglia sull'acqua un piccolo castello in pietra.
E' il castello cinquecentesco di Rapallo, costruito dalla cittadinanza per combattere le incursioni dei pirati.
La gente è simpatica, la cucina è ottima!
Il tempo è bello e il sole, non filtrato dallo smog cittadino, ci abbronza piacevolmente.
Belle le chiese, San Francesco, tra tutte, non la più grande, ma ricca di splendide vetrate.
Splendido anche il chiosco della musica, dono degli emigranti rapallesi dell'America Latina.
Belle le chiese, San Francesco, tra tutte, non la più grande, ma ricca di splendide vetrate.
Splendido anche il chiosco della musica, dono degli emigranti rapallesi dell'America Latina.
Qualche chilometro più a ovest si può visitare Santa Margherita Ligure e Portofino.
Lungo
la strada imponenti ville e castelli in pietra costellano le ripide
scogliere e fanno pensare a quando, tempo fa, la costa doveva essere
appannaggio di pochi.
Portofino è ancora deserta... ci godiamo il silenzio e la pace, passeggiando nel borgo.
Le
ombre della sera coprono il cielo e ci invitano a tornare a Rapallo, a
godere del cibo e del buon vino. Focaccia con stracchino, tipica di
Recco, cima genovese, farinata fritta, pansotti alle noci, trofie al
pesto genovese, stoccafisso allettato...
Chiudiamo la serata con una bella passeggiata digestiva nel lungomare Vittorio Veneto...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Visita a Sulmona
Ancora
una splendida giornata di marzo, in quest'anno senza inverno, ci spinge
a ridosso del parco nazionale della Majella, fino a Sulmona, piccola
cittadina abruzzese in provincia dell'Aquila.
Due cose colpiscono immediatamente: il profumo dello zucchero e delle mandorle dei suoi confetti, che aleggia per ogni dove,
e il
ricordo del suo più noto concittadino, Publio Ovidio Nasone.
E'
giorno di mercato, la piazza è gremita di persone che comprano frutta e
verdura, dolci, pane, bocconotti e fiadoni... questi ultimi assaggiati
anche da noi!
La cittadina è animata di turisti, diverse lingue si mescolano ai profumi per dare un non so che di esotico.
Lungo
le strade tantissimi negozi di confetti, ce n'è per tutti i gusti.
Confezionati, singoli, in buste di varia dimensione o in forme di fiore,
ape, coccinella... senza dimenticare le esigenze dei numerosi tifosi di
calcio.
Lo
stemma della città riporta una sigla: SMPE, il cui significato deriva
dalle iniziali di una frase di Ovidio: "Sulmo mihi patria est, gelidis
uberrimus undis,
milia qui novies distat ab Urbe decem", ovvero: "Sulmona è la mia patria, ricca di gelide acque, dista da Roma novanta miglia".
milia qui novies distat ab Urbe decem", ovvero: "Sulmona è la mia patria, ricca di gelide acque, dista da Roma novanta miglia".
La
città, secondo Ovidio e Silio Italico, è di origine troiana. Il nome
deriva da quello del suo fondatore Sòlimo, compagno di Enea, fondatore
di Roma. La città fu chiamata Solimon, poi col tempo divenuta Sulmo,
oggi Sulmona.
Le chiese, numerose e stupende,
ricordano a tutti il suo passato. Al papa, seppure per poco, Celestino
V, ha dato i natali la città. Il Duomo ce lo ricorda.
Il sole ci accompagna piacevolmente risplendendo sulle nevi delle vette
circostanti, per le strade della città.
L'olfatto
ci guida invece nella
scelta del ristorante. Un tagliere di affettati e formaggi misti con
bruschette calde all'olio extra vergine d'oliva ci intrattiene. Trofie e
ceppi dai sapori tipici abruzzesi, quindi arrosticini di pecora,
annaffiati da vino rosso locale chiudono il pranzo, Ottimo!E' ora di
rientrare a Roma. Ci mettiamo in viaggio consapevoli che ciò che abbiamo
visto, ed assaggiato, non sia che un centesimo di ciò che c'è, sperando
di avere nuove occasioni per tornare, voltiamo le spalle alla città e
partiamo...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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