Ancora
una splendida giornata di marzo, in quest'anno senza inverno, ci spinge
a ridosso del parco nazionale della Majella, fino a Sulmona, piccola
cittadina abruzzese in provincia dell'Aquila.
Due cose colpiscono immediatamente: il profumo dello zucchero e delle mandorle dei suoi confetti, che aleggia per ogni dove,
e il
ricordo del suo più noto concittadino, Publio Ovidio Nasone.
E'
giorno di mercato, la piazza è gremita di persone che comprano frutta e
verdura, dolci, pane, bocconotti e fiadoni... questi ultimi assaggiati
anche da noi!
La cittadina è animata di turisti, diverse lingue si mescolano ai profumi per dare un non so che di esotico.
Lungo
le strade tantissimi negozi di confetti, ce n'è per tutti i gusti.
Confezionati, singoli, in buste di varia dimensione o in forme di fiore,
ape, coccinella... senza dimenticare le esigenze dei numerosi tifosi di
calcio.
Lo
stemma della città riporta una sigla: SMPE, il cui significato deriva
dalle iniziali di una frase di Ovidio: "Sulmo mihi patria est, gelidis
uberrimus undis,
milia qui novies distat ab Urbe decem", ovvero: "Sulmona è la mia patria, ricca di gelide acque, dista da Roma novanta miglia".
milia qui novies distat ab Urbe decem", ovvero: "Sulmona è la mia patria, ricca di gelide acque, dista da Roma novanta miglia".
La
città, secondo Ovidio e Silio Italico, è di origine troiana. Il nome
deriva da quello del suo fondatore Sòlimo, compagno di Enea, fondatore
di Roma. La città fu chiamata Solimon, poi col tempo divenuta Sulmo,
oggi Sulmona.
Le chiese, numerose e stupende,
ricordano a tutti il suo passato. Al papa, seppure per poco, Celestino
V, ha dato i natali la città. Il Duomo ce lo ricorda.
Il sole ci accompagna piacevolmente risplendendo sulle nevi delle vette
circostanti, per le strade della città.
L'olfatto
ci guida invece nella
scelta del ristorante. Un tagliere di affettati e formaggi misti con
bruschette calde all'olio extra vergine d'oliva ci intrattiene. Trofie e
ceppi dai sapori tipici abruzzesi, quindi arrosticini di pecora,
annaffiati da vino rosso locale chiudono il pranzo, Ottimo!E' ora di
rientrare a Roma. Ci mettiamo in viaggio consapevoli che ciò che abbiamo
visto, ed assaggiato, non sia che un centesimo di ciò che c'è, sperando
di avere nuove occasioni per tornare, voltiamo le spalle alla città e
partiamo...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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